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Lévi-Strauss, un maestro per una strada ancora da percorrere

Guido Ferraro


Introduzione

Ritengo possa essere utile in questa occasione tornare su alcuni punti chiave dell'insegnamento di Lévi-Strauss, pensandolo però come una sorta di Ritorno al futuro, per citare il titolo di un simpatico film di qualche anno fa; nulla di celebrativo, dunque, e forse anzi proprio il contrario: il mio titolo intende sottolineare come Lévi-Strauss vada visto non solo come uno degli indiscussi maestri storici dell'antropologia, della semiotica e del pensiero strutturalista (ciò che fa parte di un nostro significativo e ragguardevole passato), ma anche - in particolare per la semiotica - come un riferimento decisivo per il presente e per il futuro dell'evoluzione teorica della disciplina. Questo sfasamento temporale dipende in parte dalla ricchezza del pensiero del nostro autore, dalla sua capacità di suggerire idee e prospettive di sviluppo - ma dipende anche in parte, bisogna ammetterlo, dal fatto che la semiotica si è evoluta con notevole lentezza e rigidità, e di conseguenza con difficoltà a trarre profitto da tante indicazioni dei suoi maestri più significativi.

D'altro canto, secondo quella che potremmo forse considerare come una sorta di "maledizione della semiotica", molti di quanti possiamo considerare come i principali capiscuola della disciplina non hanno lasciato esposizioni propriamente sistematiche delle teorie che andavano proponendo. Questo vale anche nel caso di Lévi-Strauss che, specialmente per quanto riguarda gli aspetti più semiotici e dunque in particolare le ricerche sulle mitologie americane, ci ha offerto un'enorme quantità di analisi di testi, e con queste di osservazioni, spunti geniali, ipotesi teoriche, tracce ed abbozzi per possibile vie di sistematizzazione, ma indubbiamente alla possibilità di un'esposizione sistematica del suo quadro teorico non ha mai neppure pensato.

Sottolineo questo perché nel mio intervento, come nelle cose che altrove ho scritto - giacché ho dedicato un intero libro proprio a cercare di esplicitare e sistematizzare le indicazioni teoriche di Lévi-Strauss (Ferraro 2001), e sto attualmente tornando a rielaborare queste idee, pensando proprio all'uso che oggi la semiotica ne potrebbe fare - ho sempre un qualche imbarazzo nel separare ciò che secondo me Lévi-Strauss ha effettivamente detto e quello che possiamo noi leggere, in quello che Lévi-Strauss ha scritto, magari andando al di là di quanto egli pensasse. Non sempre è insomma facile distinguere quanto può essere esplicitazione o sistematizzazione da ciò che più propriamente andrebbe considerato come estensione e sviluppo. Credo in verità che la questione non sia né drammatica né d'altro canto risolubile, tanto più che lo stesso Lévi-Strauss era ovviamente ben consapevole del fatto che, ogni volta che si vuole presentare il pensiero di un autore, lo si trasforma credendo di ripeterlo.

 

Pubblicato in rete  il 16 aprile 2010

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